Scheda 1226 - Milizia dell'Immacolata di Sicilia

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SK 1226 - L'associazione della Milizia dell'Immacolata 1 Volantino di propaganda, III 1938 Wiadomości z Prowincji, a. 1938, p. 16-20

Chi sei, o Signora? Chi sei, o Immacolata? Io non sono in grado di approfondire ciò che significa essere “creatura di Dio”. Sorpassa già le mie forze il comprendere quel che vuol dire essere “figlio adottivo di Dio”.  Ma tu, o Immacolata, chi sei? non sei soltanto creatura, non sei soltanto figlia adottiva, ma sei madre di Dio e non sei Madre soltanto adottiva, ma vera Madre di Dio.  E non si tratta solo di un'ipotesi, di una probabilità, ma di una certezza, di una certezza totale, di un dogma di fede.  Ma Tu sei ancora Madre di Dio? Il titolo di Madre non subisce mutazioni. In eterno Dio ti chiamerà: “Madre mia”... Colui che ha stabilito il quarto comandamento, Ti venererà in eterno, sempre... Chi sei, o divina?  Egli stesso, il Dio incarnato, amava chiamarsi: “Figlio dell'uomo”. Ma gli uomini non lo compresero. Ed anche oggi quanto poche sono le anime che lo comprendono, e quanto ancora imperfettamente lo comprendono!  Concedimi di lodarTi, o Vergine Santissima.  Ti adoro, o Padre nostro celeste, poiché hai deposto nel grembo purissimo di Lei il tuo Figlio unigenito.  Ti adoro, o Figlio di Dio, poiché Ti sei degnato di entrare nel grembo di Lei e sei diventato vero, reale Figlio Suo.  Ti adoro, o Spirito Santo, poiché Ti sei degnato di formare nel grembo immacolato di Lei il corpo del Figlio di Dio.  Ti adoro, o Trinità Santissima, o Dio uno nella santa Trinità, per avere elevato l'Immacolata in un modo così divino.  E io non cesserò, mai, ogni giorno, appena svegliato dal sonno, di adorarti umilissimamente, o Dio Trinità, con la faccia a terra ripetendo tre volte: “Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen”.  Concedimi di lodarTi, o Vergine Santissima.  Concedimi di lodarTi con il mio impegno e sacrificio personale.  Concedimi di vivere, lavorare, soffrire, consumarmi e morire per Te, solamente per Te.  Concedimi di condurre a Te il mondo intero2.  Concedimi di contribuire ad una sempre maggior esaltazione di Te, alla più grande esaltazione possibile di Te.  Concedimi di renderti una tale gloria quale nessuno mai Ti ha tributato finora.  Concedi ad altri di superarmi nello zelo per la Tua esaltazione, e a me di superare loro, così che in una nobile emulazione la Tua gloria si accresca sempre più profondamente, sempre più rapidamente, sempre più intensamente, come desidera Colui che Ti ha innalzata in modo così ineffabile al di sopra di tutti gli esseri.  In Te sola Dio è stato adorato senza paragone più che in tutti i suoi santi.  Per Te Dio ha creato il mondo. Per Te Dio ha chiamato pure me all'esistenza. Da dove mi viene questa fortuna?  Deh, concedimi di lodarTi, o Vergine Santissima!    M. 1) Un po' di storia.  La Milizia dell'Immacolata è ancora poco conosciuta a [...]2.  Al momento attuale appartengono ad essa soltanto [...]3 persone, mentre il numero totale degli iscritti in tutto il mondo supera ormai il milione4.  La Milizia dell'Immacolata non è un'associazione eccessivamente antica; è sorta, infatti, a Roma nell'anno 1917, nel Collegio Internazionale dei Frati Minori Conventuali.  Il 2 gennaio 1922 la Milizia ottenne esistenza giuridica nella Chiesa in qualità di “Pia Unio”, associazione devota, mediante il seguente decreto del Cardinale Pompilj, Vicario del Santo Padre per la diocesi di Roma: “Con il vivo desiderio che la devozione alla Santissima Vergine si estenda o
vunque, con la nostra autorità istituiamo canonicamente la pia associazione chiamata comunemente "Pia Unione della Milizia di Maria Immacolata" nella cappella del Collegio Serafico dei Frati Minori Conventuali in Roma e approviamo quanto è stato istituito.  Dalla sede del Vicariato, 2 gennaio 1922. Basilio Card. Pompilj, Vicario Apostolico”.  Quattro anni più tardi, il 18 dicembre 1926, il santo Padre Pio XI promulgava un “Breve”, con il quale concedeva numerose indulgenze agli iscritti alla “Milizia dell'Immacolata”, mentre il 23 aprile 1927 il medesimo Pontefice Pio XI con un altro “Breve” elevava la Milizia dell'Immacolata alla dignità di “Primaria”.  A quale scopo mira la Milizia dell'Immacolata? Quali sono le condizioni per appartenervi?  Di quali mezzi si serve?    2) Lo scopo.  Lo scopo della Milizia dell'Immacolata è: “Impegnarsi nell'opera di conversione dei peccatori, degli eretici, degli scismatici, ecc., ma soprattutto dei massoni, e nell'opera di santificazione di tutti, sotto la protezione e per la mediazione dell'Immacolata”.  Il suo scopo, quindi, è la sollecitudine per la conversione dei peccatori, dei non-cattolici e per la santificazione di tutti, ossia l'amore verso tutti gli uomini, senza badare alle differenze di fede e di nazionalità, allo scopo di accostarli alla felicità che l'avvicinamento a Dio, prima fonte di ogni felicità, e l'amore concreto a Dio, cioè la santificazione, fanno sperimentare.  E tutto questo sotto la protezione e per la mediazione della Ss. Vergine Maria Immacolata.  Tutti noi sappiamo bene che la Vergine Immacolata è stata costituita da Dio Mediatrice di tutte le grazie.  In realtà, nessuno si converte o si santifica senza la grazia di Dio, poiché è proprio la grazia di Dio la causa della conversione e della santificazione, purché l'anima voglia collaborare con tale grazia.  Per questo motivo, perciò, non si può affatto parlare né di conversione né di santificazione senza l'aiuto dell'Immacolata, Madre della grazia divina. Anzi, quanto più uno si avvicina a questa Dispensatrice delle grazie divine, tanto più numerose grazie riceve, tanto più facilmente si fa santo e contribuisce alla santificazione del prossimo. È logico, quindi, che ci si impegni nell'opera di conversione e di santificazione delle anime sotto la protezione e per la mediazione dell'Immacolata.    3) Le condizioni.  Ma quali sono le condizioni per appartenere alla M.I.? (M.I. è la sigla internazionale della Milizia dell'Immacolata, in latino “Militia Immaculatae”).  Chi desidera offrire il proprio contributo all'opera di santificazione degli altri deve cominciare, è ovvio, da se stesso.  Egli stesso, perciò, deve avvicinarsi sempre più all'Immacolata, per ottenere da Lei le grazie che lo aiutino ad amare Dio in modo sempre più perfetto e concreto in ogni istante della sua vita quotidiana. La forma più perfetta di avvicinamento è la donazione totale, la consacrazione come cosa e proprietà.  Ecco, quindi, che la condizione prima ed essenziale per appartenere alla Milizia dell'Immacolata è la consacrazione totale di sé all'Immacolata.  Tale consacrazione non esige affatto che si abbandoni contemporaneamente il mondo, la famiglia e che si entri in un convento. No! Si può benissimo continuare ad occuparsi di tutti gli onesti affari nei quali si è impegnati, solo che ormai non siamo più noi soli ad offrire tali nostri affari quotidiani a Dio, ma è Lei, l'Immacolata, di cui siamo divenuti proprietà, che li presenta a Dio.  Maria, poi, offre tutto questo non come fosse nostro, difettoso, pieno di imperfezioni, ma come Sua proprietà personale, poiché noi, con tutto ciò che è nostro, apparteniamo a Lei.  Di conseguenza, anche qualsiasi nostra occupazione appartiene a Lei.  L'Immacolata, però, non può offrire a Dio alcunché di macchiato dal peccato.  Ecco, allora, che nelle Sue mani immacolate le nostre azioni imperfette divengono pure, senza macchia e, perciò, incomparabilmente più preziose. Di conseguenza, colui che entra a far parte della M.I. può continuare a permanere nel suo stato e nella sua professione civile, tuttavia, conscio di appartenere all'Immacolata, egli pone una cura tutta particolare per rendere tutta la sua vita sempre più degna dell'attributo di figlio, di proprietà, di cosa, ecc. di Lei. In una parola, cerca di appartenere
a Lei nel significato più rigoroso di tale espressione. Non solo, ma, sperimentando quanta dolcezza dà nella vita l'avvicinamento all'Immacolata, quanta energia nelle tentazioni, quanto conforto nelle difficoltà, cerca di partecipare anche a coloro che gli vivono accanto la propria felicità, fa di tutto per avvicinare pure costoro all'Immacolata, per conquistare a Lei i loro cuori; cerca, cioè, di diventare un Suo vero milite.  Il solo pensiero che tante anime ancora non conoscano neppure il nome di Maria, non gli dà pace. Bramerebbe conquistare il mondo intero a Lei, introdurre l'Immacolata in ogni cuore che batte e che batterà in ogni tempo sotto il sole, affinché Ella possa illuminare questi cuori con l'abbondanza delle grazie, li riscaldi con l'amore del Suo Cuore materno e accenda in essi il fuoco dell'amore verso Dio, verso il Cuore Divino di Gesù.  Egli si rende conto, tuttavia, di non essere in grado di far fronte da solo ad un'opera così vasta; comprende che l'Immacolata stessa deve agire in lui e attraverso di lui in mezzo alle persone che gli vivono accanto e perciò si offre ancor più perfettamente in proprietà all'Immacolata, quale docile strumento nelle Sue mani immacolate. Di conseguenza, la condizione prima ed essenzialissima è: “donarsi totalmente all'Immacolata come strumenti nelle sue mani immacolate”.  Vi è pure una seconda condizione, vale a dire portare la medaglia miracolosa.  Non si tratta di una condizione essenziale, tuttavia costituisce in certo qual modo il segno esterno della totale donazione interiore all'Immacolata. Questa medaglietta è chiamata comunemente “miracolosa”, poiché in effetti essa ha operato innumerevoli conversioni. L'Immacolata si compiace di far scendere incessantemente numerosissime e svariate grazie su coloro che la portano al petto con devozione. La medaglia ebbe la propria origine nell'anno 1830. L'Immacolata stessa la volle mostrare a Caterina Labouré, novizia delle Suore della Misericordia, a Parigi. La gran quantità di grazie ottenute conferma l'autenticità di tale apparizione. Per appartenere in maniera giuridicamente valida alla M.I. e lucrare le indulgenze che le sono state concesse, è indispensabile aver già ricevuto il s. battesimo e far parte della Chiesa cattolica; inoltre bisogna far iscrivere il proprio nome e cognome sul registro degli iscritti in una delle sedi, canonicamente istituita, della Milizia.    4) I mezzi.  Di quali mezzi si serve la M.I.?  Il buon esempio, la preghiera, la sofferenza e il lavoro sono i mezzi ordinari con i quali si promuove il bene nelle anime. L'esempio spinge all'imitazione; la preghiera, il sacrificio e la sofferenza attirano le grazie divine, mentre l'attività esteriore porta a compimento l'opera, purché l'anima, che si vuol condurre al bene, non opponga resistenza in modo cosciente e volontario all'azione, solitamente silenziosa e discreta, della grazia divina. La Milizia dell'Immacolata, quindi, si serve di qualsiasi mezzo, purché lecito, che possa condurre allo scopo. A proposito della preghiera, gli associati si impegnano, per quanto è loro possibile, a rivolgersi all'Immacolata almeno una volta al giorno con la seguente invocazione impressa sulla medaglia miracolosa: “O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a Te ricorriamo”, aggiungendo inoltre: “e per tutti coloro che a Te non ricorrono, in particolare per i massoni e per quelli che sono stati raccomandati a Te”. In tal modo con questa brevissima preghiera essi abbracciano tutti gli altri associati e tutte le altre anime sparse nel mondo intero. Ciò che ciascuno può fare personalmente per la causa dell'Immacolata nelle anime, è lasciato allo zelo e alla prudenza dei singoli. Alcuni si raccolgono in gruppi con un'organizzazione più rigorosa e nelle loro riunioni stabiliscono comunitariamente i piani di lavoro, esaminano i risultati della loro azione ed eleggono un proprio consiglio direttivo. Tale collegamento più stretto non è obbligatorio, tuttavia, dove è opportuno, può essere costituito. In qualche caso anche altre associazioni entrano globalmente a far parte della M.I.    5) L'essenza e lo spirito della M.I.  L'essenza della M.I. consiste nel fatto che essa appartiene all'Immacolata in modo incondizionato, irrevocabile, illimitato: che è dell'Immacolata sotto ogni aspetto. Di conseguenza, colui che entra a far parte della M.I. diviene totale proprietà dell'Immacolata. Per ciò stesso egli diviene proprietà di Gesù, così come Maria è proprietà di Gesù, e quanto più perfettamente appartiene a Lei, tanto più perfettamente appartiene a Gesù; ma sempre in Lei e attraverso Lei, ossia nel modo più facile e sicuro. Attraverso Gesù, poi, egli diviene proprietà di Dio. Essere dell'Immacolata, quindi, è l'essenza della M.I. Il movimento si chiama “Milizia”, poiché colui che ne fa parte non si limita alla donazione totale di sé all'Immacolata, ma si dà da fare, per quanto può, per conquistare a Lei anche i cuori
degli altri, affinché anche costoro si donino a Lei nello stesso modo in cui lui pure si è donato. Egli vuole conquistare a Lei il maggior numero possibile di cuori, dei cuori di tutti coloro che vivono attualmente e che vivranno in qualunque tempo sino alla fine del mondo.  Questa è l'essenza della Milizia dell'Immacolata. Ma qual è il suo spirito?  Lo spirito è ciò che dà vita, che dà movimento. Lo spirito della M.I., perciò, dovrà vivificare tutti i suoi aderenti, affinché siano sempre più dei perfetti militi dell'Immacolata, divengano ogni giorno più cosa e proprietà dell'Immacolata e, con zelo sempre crescente, conquistino a Lei i cuori dei loro vicini. Quanto più saranno vivificati da questo spirito, tanto più saranno militi dell'Immacolata. A conforto delle anime fervorose è necessario sottolineare che l'essenza della donazione di sé all'Immacolata non consiste nel pensiero rivolto costantemente a Lei, ma nella volontà. Perciò l'anima occupata nel coscienzioso adempimento del proprio dovere non cessa di essere proprietà dell'Immacolata e anche i suoi pensieri, le sue parole, le sue attività non cessano di appartenere all'Immacolata, anche se in quel momento non ci pensa.    6) Le indulgenze.  Le indulgenze concesse ai membri della M.I. si dividono in plenarie e parziali.  Secondo le prescrizioni generali della Chiesa, per lucrare un'indulgenza plenaria è necessario, oltre a visitare una chiesa e a pregare secondo le intenzioni del Santo Padre, accostarsi altresì alla confessione e alla s. comunione. La confessione può esser fatta entro gli otto giorni precedenti o successivi; tuttavia chi è solito confessarsi due volte al mese non ha bisogno di accostarsi nuovamente al sacramento per poter lucrare l'indulgenza plenaria. Anche la s. comunione può essere ricevuta nel giorno in cui si acquista l'indulgenza, nella vigilia o durante l'ottava.    7) In pratica, allora.  Chi desidera entrare nella M.I.:  a) scelga il giorno, che per lui è più comodo, nel quale desidera iscriversi alla M.I. e lucrare l'indulgenza plenaria concessa a coloro che aderiscono al movimento, e quindi ne invii comunicazione a Niepokalanów;  b) ricevuta, in risposta, la medaglia miracolosa e la pagella d'iscrizione alla M.I., reciti, nel giorno da lui prescelto in antecedenza, l'atto di consacrazione contenuto nella suddetta pagella.  Non v'è alcun obbligo di fare offerte in denaro, né nel giorno dell'iscrizione né in seguito, anche se in qualsiasi tempo, qualora lo voglia, ciascuno può dare il proprio contributo con offerte spontanee per lo sviluppo sempre maggiore della causa dell'Immacolata in tutto il mondo.  Sarei ben felice se queste poche parole potessero contribuire ad avvicinare molte, moltissime anime alla comune nostra Madre spirituale, Maria Immacolata, e se potessero spronarle nell'opera di conquista di un numero sempre maggiore di cuori a Lei e, attraverso Lei, al sacratissimo Cuore di Gesù, Uomo-Dio.   p. Massimiliano M. Kolbe direttore della sede centrale della Milizia dell'Immacolata, PP. Francescani Niepokalanów, Varsavia - Polonia

Nota 1226.1 Questo scritto fu pubblicato nel 1938 in diverse lingue (polacco, latino, francese, inglese, tedesco), con testo pressochè identico. In Wiadomo ci fu pubblicato il testo latino.
Nota 1226.2 Spazio libero per scrivervi il nome della località.
Nota 1226.3 Idem, per il numero degli iscritti alla M.I. nella stessa località.
Nota 1226.4 Agli inizi del 1938 gli iscritti alla Milizia dell'Immacolata in Polonia erano circa 650.000, in Italia meno di 60.000, in Romania 27.000 (ma la cifra è del 1939), in Lettonia 14.500; in ciascuno degli altri paesi in cui la M.I. si era diffusa il numero degli iscritti oscillava tra i 500 e i 2.000.






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